venerdì, febbraio 13, 2009


LETTERA APERTA AD UN ELETTORE INDECISO


Caro Elettore Indeciso,

come avrai appreso dalla lettura dei giornali, l’esito della sfida tra Soru e Cappellacci per il governo della Regione Sardegna si deciderà sul filo dell’ultimo voto. Comprenderai quindi che la differenza tra una nuova drammatica sconfitta delle forze progressiste ed una vittoria in grado di rilanciare, anche in prospettiva nazionale, le ambizioni di un centro-sinistra in crisi di identità potrebbe risiedere nella linea di condotta che sceglieranno di seguire quegli elettori che, delusi come te dall’ultima esperienza di governo, minacciano di disertare le urne o di sostenere qualche lista minore, abbracciando la logica protestataria ed un po’ qualunquista del “tanto sono tutti uguali”.
Di discorsi come questi, caro Elettore Indeciso, ne hai ascoltati tanti: hai sentito dire Soru e Berlusconi sono due facce della stessa medaglia, due incarnazioni dello stesso autoritarismo animate da un analogo conflitto di interessi; hai sentito dire che una debacle del Governatore uscente sarebbe alla lunga il male minore per la Sardegna, posto che il superamento del “sorismo” favorirebbe l’attuazione di quell’effettivo rinnovamento dell’area democratica di cui la politica isolana avverte disperatamente il bisogno.
Ora, alcuni dei sostenitori di questa linea di pensiero sono dei democratici autentici che hanno dato (ed, io spero, vorranno continuare a dare) un notevole contributo al progresso ed allo sviluppo della società sarda. Però, queste posizioni meritano quantomeno una riflessione ulteriore.
Dobbiamo infatti domandarci: si può combattere l’autoritarismo ed il conflitto di interessi contribuendo – seppure per omissione – a rafforzare la posizione di un premier che non perde mai occasione per proporre all’opinione pubblica la sua visione squisitamente monocratica del potere? Può considerarsi compatibile con la necessità di difendere la democrazia partecipata un’indicazione di voto che di fatto favorisce i subordinati di quel Presidente del Consiglio il quale, forte del controllo della maggioranza dei mass-media, non fa mistero di individuare nella decretazione d’urgenza e nella questione di fiducia gli strumenti privilegiati della sua azione di governo, in chiaro spregio del ruolo del Parlamento e della funzione propria delle Istituzioni di garanzia? Può in definitiva definirsi coerente con i valori democratici chi, pur di contrastare Soru, accetta di consegnare senza colpo ferile la Sardegna nelle mani di Berlusconi?
Lascio a te la risposta, e procedo col proporti altre due osservazioni.
E’infatti incontestabile che Soru, imponendo la rigorosa applicazione del limite dei due mandati, è riuscito a dare corso ad un principio di ricambio generazionale nella formazione delle liste delle varie forze di centro-sinistra, per la prima volta emendate dall’ingombrante presenza di quelli che il sociologo Alessandro Mongili ha recentemente definito come i “castosauri” della politica sarda. Ora ti chiedo: siamo così sicuri del fatto che la conclusione dell’esperienza di governo di Mr. Tiscali favorirà l’attuazione di quella fase di rinnovamento della sinistra isolana più volte auspicata dai sostenitori del partito del non-voto?
Secondo me, la risposta è no: lungi dal risultare funzionale ad una qualsiasi strategia di rinnovamento, la sconfitta del Governatore uscente rappresenterà viceversa il momento iniziale di una stagione di restaurazione, della restaurazione di quelle eterne oligarchie post-democristiane e post-diessine con cui l’ex Presidente si è più volte scontrato nell’ultima fase del suo mandato.
Tuttavia, mettiamo per un attimo che la strategia della sinistra antisoriana risulti ai tuoi occhi convincente, e mettiamo conto che Cappellacci riesca ad insediarsi a Villa Devoto proprio sfruttando il dissenso che quella parte dell’elettorato progressista a cui tu intendi afferire nutre verso le politiche attuate dal dominus de “L’Unità”. Bene: come farai un domani a chiedere di partecipare alla costruzione di quel nuovo centro-sinistra a cui ho fatto più volte riferimento in queste pagine, quando la tua scelta di voto è stata determinante per favorire il ritorno delle destre al governo della Regione?
Su tutti questi argomenti ti invito a riflettere. Vedi, io sono sempre stato a sinistra: in ragione delle mie idee, non posso sentirmi integralmente rappresentato da un imprenditore dai grandi mezzi economici, che risulta portatore di una concezione della politica evidentemente ispirata ai principi dell’efficentismo aziendalista. Però, il senso di responsabilità che l’instaurazione di un sistema sostanzialmente bipolare impone all’elettorato mi induce a rivolgerti questo invito: caro Indeciso, non fare del male a te stesso e alla Sardegna. Domenica e lunedì vai a votare, per Soru e per il centro-sinistra.

Carlo Dore jr.

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