sabato, gennaio 12, 2008


EMERGENZA RIFIUTI: EQUILIBRIO E BUON SENSO.

Mentre scriviamo queste righe, le agenzie di stampa diramano le ultime notizie sulle vicende che hanno caratterizzato gli scontri tra Forze dell’ordine e piccole avanguardie della destra cagliaritana, impegnate in una manifestazione di protesta contro la decisione della Giunta – Soru di autorizzare lo smaltimento in Sardegna di determinati quantitativi di rifiuti provenienti dalla Campania.
Di fronte alla prevedibile batteria di reazioni di politici più o meno illuminati, alla consueta sequenza di “mi lasci finire!”, “non mi interrompa!”, “non alzi la voce!” e “mi consenta!”, appare necessario proporre un’analisi obiettiva (e, come tale, ispirata ai valori dell’equilibrio e del buon senso) della situazione che, ormai da giorni, monopolizza l’attenzione dell’opinione pubblica locale e nazionale.
Come ha correttamente rilevato il Presidente della Provincia di Cagliari Graziano Milia, la vicenda relativa allo smaltimento dei rifiuti campani si è alla lunga tradotta in una disputa tra sostenitori e detrattori di Mr. Tiscali anche a causa della scelta del Governatore - il quale, anche in questa occasione, ha dimostrato di prediligere il decisionismo proprio del freddo manager rispetto ai tempi lunghi che la dialettica istituzionale fatalmente impone – di non coinvolgere i rappresentanti delle comunità locali nella decisione di autorizzare lo smaltimento dei rifiuti in questione negli appositi siti presenti nell’Isola.
Ciò malgrado, seguendo sempre il ragionamento del Presidente Milia, non si può non rilevare come, di fronte ad una situazione di emergenza che rischia di estendersi sull’intero territorio nazionale, la determinazione assunta dai vertici della nostra Regione, diretta a favorire il rapido superamento di siffatta condizione di emergenza, non può che considerarsi ispirata a quei principi di solidarietà e civismo consacrati dalla Carta Costituzionale.
Se si accoglie una simile premessa, la strategia seguita nell’occasione dai principali esponenti del centro-destra appare censurabile sotto molteplici aspetti. In primo luogo, fermo restando il fondamentale diritto di ogni opposizione parlamentare di utilizzare tutti gli strumenti riconducibili alla normale dialettica democratica per ostacolare l’azione della maggioranza, non si comprende come quelle forze politiche che si dimostrano disposte a trasformare una drammatica situazione di emergenza nazionale in una squallida polemica locale – facendo, in certi casi, addirittura prevalere le ragioni della forza sulla forza della ragione – possano proporsi quale credibile alternativa di governo alla coalizione che attualmente sostiene la Giunta – Soru.
Ma soprattutto non si comprende come il ruolo di paladino della dignità del popolo sardo, di difensore dei valori dell’ecologia e della legalità possa essere assunto da quello stesso luogotenente di Berlusconi che, dopo avere accettato di governare la Sardegna eseguendo le direttive che periodicamente provenivano da Palazzo Grazioli e dopo avere assistito indifferente alla distruzione di uno dei tratti più suggestivi della costa cagliaritana, è stato costretto dal giudizio degli elettori a riprendere in tutta fretta la via di Arcore.
E così, mentre gli esponenti di questa destra arrogante e forcaiola, affarista ed amorale prendono le distanze dall’azione dei gruppetti di manifestanti che, al grido di “boia chi molla!”, hanno tentato l’assalto alla residenza privata del Governatore, equilibrio e buon senso sembrano avere una volta per sempre abbandonato il porto di Cagliari, forse imprigionati tra le nuvole di fumo prodotte dagli inceneritori: intanto, la politica sarda è arrivata alla barbarie.

Enrico Palmas
Carlo Dore jr.

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