venerdì, novembre 16, 2007


COSSIGA, MORO E IL “ROMANZO DELLE STRAGI”


“Io so”, scriveva Pasolini in uno dei suoi ultimi articoli sul Corriere della Sera. “So i nomi di coloro che, tra una messa e l’altra, hanno dato le disposizioni e assicurato protezione politica a vecchi generali, a giovani neofascisti, anzi neonazisti, e infine criminali comuni”. Pasolini sapeva: conosceva i nomi degli autori di quella sorta di colossale Romanzo delle Stragi che è stata la storia italiana del secondo dopoguerra.
Pasolini sapeva, ma certi fatti agli occhi dell’opinione pubblica sono destinati a rimanere misteri. Ci sono misteri che feriscono, come quello della bomba di piazza Fontana; misteri che addolorano, come il deragliamento del Treno del Sole; misteri che provocano indignazione, come il malore attivo dell’anarchico Pinelli; misteri che fanno piangere, come l’attentato di Ustica; misteri che fanno discutere e che fanno pensare, come quello del sequestro di Aldo Moro.
Proprio al sequestro – Moro, alla pagina più nera del Romanzo delle Stragi è dedicata l’ultima intervista che Francesco Cossiga ha rilasciato al quotidiano di via Solferino. L’ennesima verità dell’ex picconatore ha suscitato lo sconcerto di tutti i più importanti storici contemporanei: sarebbe stato il PCI a condannare il leader democristiano, e non quella perversa connessione tra logge coperte, servizi deviati e funzionari compiacenti a cui la stampa di sinistra è solita alludere.
Ma, lasciando per un attimo da parte l’interminabile sequenza di richiami a spie venute dal freddo, sedute spiritiche, compagni che sbagliano e poliziotti in carriera, le parole del Presidente Emerito non contribuiscono a risolvere il vero enigma che questa vicenda ancora propone: quale interesse poteva spingere la spina dorsale dei comunisti italiani, del partito di Guido Rossa e Pio LaTorre a scarificare il principale sostenitore della strategia del compromesso storico all’interno del conclave di Piazza del Gesù? E quali poteri forti potevano invece trarre vantaggio dal fallimento di siffatta strategia?
La soluzione di questi interrogativi può essere ricercata proprio nella situazione politica italiana ed internazionale che si delinea all’inizio degli anni’70: il terremoto della contestazione sessantottina aveva messo in discussione le credenze, gli equilibri ed i dogmi ai quali la società italiana si era aggrappata fin dalla conclusione del conflitto mondiale; mentre un parte della tradizionale borghesia, scossa dalla tragedia del Vietnam, iniziava a guardare con diffidenza alla separazione del Mondo in blocchi, i fatti di Ungheria e le immagini della Primavera di Praga costituivano il momento iniziale del processo di disgregazione del mito della Grande Madre Russia.
Insomma, tanto i militanti della sinistra riformista quanto i primi eredi del marxismo cercavano ad ovest del muro di Berlino la loro nuova grande frontiera, invocavano un progetto capace di trasformare il PCI da eterna forza di opposizione in credibile realtà di governo. Consapevole del fatto che la via italiana al socialismo non poteva che basarsi sul dialogo tra “le masse operaie” e le “masse cattoliche”, Berlinguer seppe dare vita a questo progetto, proponendo un modello di partito ispirato ai principi dell’eurocimunismo e, come tale, affrancato dal gioco del Cremlino.
Individuando in Moro quella sponda in seno alla DC che pochi anni prima Salvador Allende aveva invano cercato nei cattolici di Aylwin, la strategia del compromesso storico favorì l’insediamento dei comunisti italiani al governo delle principali città italiane: la transizione era quasi compiuta, il mito del blocco moderato da contrapporre al pericolo rosso sembrava tramontare per sempre.
Ma nel bel mezzo della Guerra Fredda, l’idea di un Paese collocato al centro del Mediterraneo che si reggeva su un’intesa politica incompatibile con la dialettica armata tra “atlantismo” e “sovietismo” non incontrava, nel gelo di Mosca come al sole della California, il gradimento dei Signori del Pianeta. La reazione che i potentati ultraconservatori opposero al progetto di Moro e Berlinguer può essere riassunta in tre parole, che ancora oggi non hanno perso il loro suono sinistro ed inquietante: strategia della tensione.
E così, mentre una loggia nera, molto segreta e molto potente, costituiva una sorta di Stato nello Stato reclutando ministri, militari, giornalisti ed imprenditori affamati di successo, le bombe nelle piazze, le stragi del terrorismo neofascista, i proiettili delle BR appaiono ai nostri occhi non come la conseguenza dell’imperversare di qualche cellula impazzita, ma come le fasi di un progetto eversivo, volto a pregiudicare il corretto funzionamento delle istituzioni democratiche.
Il sequestro - Moro costituisce il momento conclusivo di questa triste stagione, il degno finale del Romanzo delle Stragi. La morte del Presidente della DC non si esaurisce infatti in un semplice e brutale atto criminoso: via Cateani rappresenta in verità la fine di un progetto politico, la restaurazione di quel sistema imperfetto che vedeva il PCI confinato all’opposizione dal blocco moderato a cui si è in precedenza fatto cenno, e che poi troverà la sua fine nel ciclone di Mani Pulite. Ma se è vero che il delitto – Moro è in realtà un delitto “contro” il compromesso storico, l’ultimo teorema di Cossiga non può che risultare del tutto privo di fondamento.
Tuttavia, questa ennesima, incontrollabile sequenza di dati, riferimenti e aneddoti non riesce ad offuscare il significato delle parole di Pasolini. Forse era proprio in quel manipolo di Capitani Coraggiosi a cui per anni fu riconosciuto il merito di avere salvato l’Italia dall’incubo dei caroselli cosacchi in Piazza San Pietro che il poeta delle “ceneri di Gramsci” avrebbe suggerito di ricercare gli artefici della strategia della tensione, i veri autori del nostro Romanzo delle Stragi.

Enrico Palmas
Carlo Dore jr.

1 commento:

Casa della Sinistra ha detto...

Eccovi un video che spero apprezzerete

http://it.youtube.com/watch?v=eMx6JWOg01M

un blog di voglia di sinistra

http://sinistradelfia.blogspot.com

e un forum alla quale spero partecipiate

http://groups.google.com/group/lasinistraunita